Fabio Roia, magistrato dal 1986, attualmente è Presidente del Tribunale di Milano. Da sempre si occupa, come studioso e formatore, delle tematiche che riguardano la violenza contro le donne. Ha pubblicato diversi libri, tutti destinati agli operatori che si occupano della gestione dei casi di donne vittime di violenza. Il 7 dicembre 2018 è stato insignito dal Comune di Milano della civica benemerenza conosciuta come “Ambrogino d’oro”.

Ilaria Ramoni, avvocata Cassazionista del Foro di Milano, da sempre si occupa, come studiosa, ricercatrice e formatrice, del fenomeno mafioso e delle strategie di contrasto e di prevenzione dello stesso. Relatrice in numerosi convegni e seminari, autrice di articoli e saggi, ha pubblicato “Per il nostro bene”( Chiarelettere, 2013), libro inchiesta sullo stato dei beni confiscati in Italia. È membro del Comitato per la legalità del Comune di Milano presieduto da Gherardo Colombo.

fabio Roia e ilaria ramoni

mai più zitte

Parole per una nuova cultura consapevole sulla violenza contro le donne

Nel 2023, su un totale di 323 omicidi, 120 hanno avuto come vittime donne, di cui 96 uccise in ambito familiare/affettivo. Una tendenza in continuo aumento al punto che si può sostenere senza timore di venire smentiti che i femminicidi sono una piaga che fa più morti e orfani della stessa mafia.

Un’emergenza quotidiana che richiede affilati strumenti di contrasto, nuove professionalità e una presa di coscienza da parte della collettività sempre più elevata. Serve una vera e propria rivoluzione culturale perché la violenza sulle donne, che si spinge fino al femminicidio, è un problema culturale e sociale e – purtroppo – lo squilibrio di potere nei rapporti fra i sessi è ancora forte. Forse un inizio di cambiamento è in atto ma non sarà rapido, non c’è stata ancora una vera svolta perché i messaggi che arrivano dalla società sono contrastanti. Occorre prestare molta attenzione alle giovani generazioni, dove resta purtroppo molto alta l’idea del predominio maschile: questa è la nostra sfida per i prossimi anni.

Per questo l’idea di un libro comprensibile a tutti e con uno sguardo di attenzione soprattutto ai ragazzi e alle ragazze, affinché imparino a riconoscere atteggiamenti e comportamenti potenzialmente pericolosi così da potersi prontamente rivolgere alle strutture dedicate all’ascolto, all’accompagnamento e alla tutela. Un lessico delle più frequenti parole sintomo della violenza maschile perpetrata ai danni delle donne. Ma anche un lessico di speranza che vuole indicare possibili vie d’uscita dalla sottomissione, dal giogo e dalla paura.

Uno strumento in più per quella che deve essere innanzitutto una rivoluzione culturale nelle case, nelle strade e nei luoghi di lavoro prima ancora che nelle aule di giustizia. Uno strumento che faccia riflettere tutti noi su quegli atteggiamenti discriminatori e sintomo di un patriarcato silente che poniamo in essere ogni giorno anche inconsapevolmente.

Perché, parafrasando una celebre frase di Rita Atria, giovane testimone di giustizia suicidatasi nel 1992, dobbiamo sconfiggere la violenza di genere che è dentro di noi prima di sconfiggere la violenza di genere che è fuori di noi.